Legge di stabilità 2024: cosa cambia per gli immobili?

Novità immobiliari legge di bilancio 2024

La legge di bilancio 2024, approvata dal Parlamento il 30 dicembre 2023 ed entrata in vigore il 1 gennaio 2024, ha introdotto diverse novità per il settore immobiliare, con effetti su tasse, bonus, mutui e affitti. 

 

Le più significative sono: 

IMU: terza rata a Gennaio 2024 

La legge di stabilità introduce la possibilità, per quei comuni che non hanno ancora pubblicato le aliquote per il 2023, di farlo entro il 15 gennaio 2024 (a patto che le avessero inserite nel portale apposito entro il 30 novembre 2023). 

 

Nel caso in cui, con le nuove aliquote, la differenza tra saldo e quanto pagato sia positiva, i cittadini avranno tempo fino al 29 febbraio 2024 per versarla. Se, invece, fosse negativa, i comuni provvederanno al rimborso secondo le solite modalità. 

 

Inoltre gli immobili destinati esclusivamente allo svolgimento, con modalità non commerciali, di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive o attività di religione o di culto da parte di enti non commerciali sono ora esenti dall’imposta municipale. 

Affitti brevi: cedolare secca al 26% 

Per contrastare il fenomeno degli affitti brevi, spesso abusivi e in concorrenza con le strutture ricettive regolari, la legge di bilancio 2024 ha introdotto nuove aliquote per la cedolare secca (regime fiscale agevolato per i redditi derivanti da locazioni di immobili): 

  • per chi affitta un solo immobile per brevi periodi, l’aliquota della cedolare secca resta al 21% 
  • per chi affitta più di un immobile per brevi periodi, l’aliquota della cedolare secca sale al 26%, a partire dal secondo immobile 

I soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o gestiscono portali telematici dovranno, direttamente nella fase di pagamento, applicare la ritenuta a titolo di acconto. 

 

Inoltre, sarà obbligatorio esporre negli annunci e nei locali il Codice Identificativo Nazionale (CIN) che verrà rilasciato dal Ministero del Turismo. Per ottenerlo sarà necessario presentare una dichiarazione che attesti i dati catastali dell’unità immobiliare.   

Superbonus 110%: niente proroga per il 2024

Non c’è stata invece la proroga del Superbonus 110%: l’agevolazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica degli edifici, scaduta il 31 dicembre 2023, non è stata rinnovata dalla manovra finanziaria. Il governo ha ritenuto questo incentivo troppo oneroso per le casse pubbliche e poco efficace nel raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale.  

 

Coloro che hanno avviato i lavori entro il 2023, ma non li hanno ultimati, non potranno beneficiare delle detrazioni. Solo chi ha effettuato l’asseverazione entro il 31 dicembre 2023 potrà mantenere invariato il beneficio al 110 per cento. Al fine di proteggere i cittadini con redditi più bassi e agevolare la conclusione dei cantieri è previsto un fondo povertà. Questo fondo è stato istituito per i cittadini con un basso ISEE (15mila euro) che abbiano realizzato lavori pari almeno al 60% entro il 2023. Tale fondo può essere utilizzato per le spese sostenute nel periodo dal 1° gennaio al 31 ottobre 2024. 

Tassazione Plusvalenze da Superbonus 

Coloro che voglio vendere una casa ristrutturata in precedenza con il superbonus devono sapere che dovranno versare sulla plusvalenza da cessione dell’immobile un’imposta del 26% (o applicare l’ordinaria Irpef per scaglioni): le plusvalenze derivanti dal superbonus rientrano ora fra i redditi diversi.

Questo nel caso in cui: 

  • Sono trascorsi meno di 10 anni dalla fine dei lavori alla data della cessione 
  • L’immobile, tra la fine dei lavori e la cessione, non è mai stato abitazione principale del venditore 
  • Il 110% è stato applicato non in dichiarazione ma tramite cessione del credito o sconto in fattura 

Le spese sostenute non possono essere portate in detrazione, se l’immobile viene venduto entro i 5 anni. Se, invece, la casa viene venduta dopo i 5 anni ma prima dei 10, si potrà portare in detrazione le spese nella misura del 50%. 

Mutui prima casa: aiuti under 36 e famiglie numerose 

La manovra di stabilità finanziaria ha esteso la validità del Fondo Garanzia Prima Casa fino al 31 dicembre 2024. Questo fondo offre agli under 36 la possibilità di ottenere una copertura fino all’80% della quota capitale, a condizione che possiedano un ISEE non superiore a 40 mila euro all’anno e richiedano un mutuo che superi l’80% del prezzo dell’immobile, compresi gli oneri accessori. 

 

L’accesso al fondo è stato esteso alle famiglie numerose, che rientrano in una di queste categorie:  

  • famiglie con tre figli di età inferiore a 21 anni e con un ISEE non superiore a 40.000 euro
  • famiglie con quattro figli di età inferiore a 21 anni e con un ISEE non superiore a 45.000 euro
  • famiglie con cinque o più figli di età inferiore a 21 anni e con un ISEE non superiore a 50.000 euro 

La garanzia è concessa nella percentuale massima dell’80% della quota capitale per la prima categoria, dell’85% per la seconda categoria e del 90% per la terza. 

Non sono state estese, invece, le esenzioni per gli under 36 relative a imposte di registro, ipotecarie e catastali, credito di imposta IVA e per l’imposta sostituiva sui mutui prima casa.  

Se stai pensando di accendere un mutuo, valuta bene di scegliere il migliore.

In definitiva, le recenti modifiche normative pongono la necessità di un’attenzione accurata da parte dei cittadini e degli operatori nel settore immobiliare, considerando le diverse conseguenze che potrebbero derivare da tali riforme. 

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